I Campi Flegrei, letteralmente “campi ardenti”, sono una vasta area vulcanica che comprende una serie di crateri, colline e valli, disseminati di solfatare e fumarole. L’intera zona si trova all’interno di una caldera, il cui cratere originario è stato creato da eruzioni vulcaniche avvenute migliaia di anni fa. L’attività vulcanica passata ha modellato un paesaggio variegato, con terreni che spaziano da colline ripide e scoscese a pianure più dolci. Il suolo vulcanico, ricco di minerali e sostanze nutritive, è uno degli aspetti determinanti per la qualità dei vini prodotti in questa regione.
La nascita dell’isola d’Ischia risale a circa 150 mila anni fa. Il territorio dell’isola fa parte del distretto vulcanico Flegreo e, 150 mila anni fa, era un’area emersa costituita da singoli edifici vulcanici.
L’isola era quindi collegata al continente e al suo posto vi era un’enorme caldera creatasi dallo sprofondamento della camera magmatica. L’innalzamento del livello del mare sommerse la conca ma, l’irrompere del nuovo magma fece risollevare il mare che formò quello che oggi chiamiamo monte Epomeo.
Di origine vulcanica, Procida conserva gli antichi crateri ora in parte erosi, nelle insenature della Chiaiolella, del Carbonchio e del Pozzo Vecchio.
La vicinanza di Procida, così come Ischia, ai Campi Flegrei lascia presumere che la sua età geologica coincida proprio con l’origine delle “terre di fuoco” essendo il suolo, similmente a vaste zone della Campania, costituito da tufo giallo e grigio, da lave di natura basaltica.
L’isola è, a differenza delle vicine Ischia e Procida, di origine carsica. Inizialmente era unita alla penisola Sorrentina, salvo essere successivamente sommersa in parte dal mare e separata quindi dalla terraferma, dove oggi si trova lo stretto di Bocca Piccola.
Il suolo dei Campi Flegrei è composto principalmente da ceneri vulcaniche, pomici e tufi, che sono particolarmente ricchi di minerali, come il potassio e il fosforo. Questi terreni conferiscono ai vini della zona una mineralità unica, molto apprezzata dai sommelier e dai produttori. La presenza di terreni porosi, che favoriscono un buon drenaggio, consente alle radici delle viti di svilupparsi in profondità, cercando umidità anche nei periodi di maggiore siccità. La ricchezza di minerali nel suolo è anche uno degli elementi che permette ai vini di sviluppare una notevole complessità e struttura.
A causa della natura vulcanica del suolo, le piante di vite sono spesso esposte a stress idrico, ma questo contribuisce a una qualità migliore del frutto, con uve che, pur in condizioni di fatica, riescono a sviluppare una concentrazione maggiore di zuccheri e acidi. Le viti sono generalmente piantate a terreni scoscesi, spesso in vigneti a terrazze, che permettono un’ottimale esposizione al sole e una ventilazione naturale che riduce il rischio di malattie fungine.
viticoltura nei Campi Flegrei è tradizionalmente legata a varietà autoctone, tra cui Falanghina, Piedirosso, Coda di Volpe e Biancolella che esprimono al meglio le caratteristiche uniche del territorio. La Falanghina, ad esempio, si caratterizza per la sua freschezza e profumi floreali, che in questa zona sono intensificati dalla mineralità del suolo vulcanico. Il Piedirosso, invece, è un vitigno a bacca rossa che dà origine a vini rossi dal corpo medio, con sentori fruttati e un’acidità ben bilanciata, ideale per i piatti tipici della cucina campana.
Le tipologie della DOC sono il Campi Flegrei Bianco e Campi Flegrei Falanghina, mentre i rossi sono Campi Flegrei Rosso (secco) e Campi Flegrei Piedirosso (secco o passito). C’è anche la Falanghina Spumante. I bianchi devono essere prodotti con almeno il 50-70% di Falanghina e il 10-30% di Biancolella e/o Coda di Volpe e con un massimo del 30% di altre uve bianche. I rossi sono costituiti da Piedirosso al 50-70%, con Aglianico e/o Sciascinoso al 10-30% e un massimo del 30% di altre varietà a bacca nera. Il Campi Flegrei Piedirosso deve avere almeno il 90% di Piedirosso, con l’eventuale aggiunta di altre uve a bacca nera, mentre il Campi Flegrei Falanghina deve contenere almeno il 90% di Falanghina.